20 settembre 2017

Elizabeth Gaskell e George Eliot secondo Sara Grosoli

La scorsa primavera ho intervistato la studiosa Sara Grosoli, che ha tradotto per l'Iguana Editrice alcune lettere inedite di Charlotte Brontë (la nostra conversazione si può leggere qui).
Oggi incontriamo di nuovo Sara, che ci ha gentilmente regalato un suo interessantissimo articolo a proposito della ricerca scientifica e sanitaria nei romanzi di Elizabeth Gaskell e George Eliot. Buona lettura!

MENTE E CUORE: LA RICERCA SCIENTIFICO-SANITARIA 
NEI ROMANZI DI ELIZABETH GASKELL E GEORGE ELIOT 
di Sara Grosoli
                                                                   
È impossibile negare l’importanza che il progresso tecnico-industriale e lo sviluppo delle conoscenze scientifiche ebbero in epoca vittoriana. Gli avanzamenti tecnologici comportarono un significativo miglioramento delle condizioni di vita per la classe medio-alta della popolazione. Con le loro menti percettive scrittrici quali Gaskell e Eliot non potevano ignorare questo fondamentale aspetto della società in cui vivevano e ad esso riservarono spazio all’interno dei loro romanzi. 

Negli eccelsi affreschi sociali offerti da Wives and Daughters e da Middlemarch il tema della ricerca scientifica e della pratica clinica rappresenta un filo rosso che collega l’itinerario creativo di due scrittrici che nella vita non ebbero contatti significativi. Le atmosfere rurali delle prime opere pubblicate da Eliot suggerirono ad alcuni lettori la possibilità che dietro lo pseudonimo maschile si nascondesse Elizabeth Gaskell: lo stesso Dickens nel 1859 ipotizzò che la paternità di Adam Bede, la seconda prova narrativa di Eliot, fosse da attribuire in realtà a Gaskell. Non abbiamo elementi certi per affermare che vi sia stata un’influenza diretta di Gaskell, più anziana di nove anni, su Eliot, ma entrambe condividevano lo stesso milieu culturale*: Wives and Daughters venne serializzato su Cornhill Magazine tra il 1864 e il 1866, mentre sul medesimo periodico George Eliot aveva pubblicato a puntate tra il 1862 e il 1863 il romanzo Romola. G.H. Lewes, il compagno di George Eliot, aveva lavorato nello stesso periodo come consulente direttivo per la Cornhill

In entrambi i romanzi che prenderemo in considerazione ci troviamo a contemplare il volto arcaico della medicina: ritrovati e pratiche che a noi sembrano comuni all’epoca non erano ancora stati concepiti, e non esisteva il servizio di assistenza sanitaria garantito a ogni cittadino. Chi non poteva permettersi di pagare le parcelle del medico doveva affidarsi alla benevolenza di corporazioni assistenzialistiche private: una scena centrale di Wives and Daughters si svolge durante il ballo annuale che le tre cittadine del circondario organizzano per raccogliere fondi a favore dell’ospedale della contea. In precedenza era stato citato l’annuale ballo di beneficienza che la regina Charlotte organizzava a vantaggio di un ospedale per i poveri da lei fatto costruire: tale evento era diventato per la classe aristocratica il centro della season londinese. In Middlemarch è il ricco Bulstrode, il filantropo dall’oscuro passato, a finanziare la costruzione di un ospedale. 

In Wives and Daughters il Dottor Gibson, padre della protagonista, è un medico di campagna, ma si dimostra più perspicace di altri medici di fama: la sua diagnosi riguardo alla natura della malattia di Lady Cumnor si rivela esatta in contrasto con il parere di alcuni rinomati specialisti che esercitano a Londra. Egli è onesto, attivo, talmente franco da risultare talvolta brusco; è cortese, ma mai servile, nei confronti dei propri aristocratici pazienti e cura con lo stesso scrupolo anche i contadini più poveri. Affronta epidemie di febbre tifoidea e scarlattina [1] ed è animato da un profondo spirito di curiosità che gli fa condividere le notizie delle scoperte scientifiche più recenti con i rari uomini di cultura che abitano nelle vicinanze. Tuttavia egli lavora in base ad una concezione artigianale della medicina: come facevano gli artisti rinascimentali, tiene a bottega due giovani apprendisti e insegna loro a preparare manualmente le medicine destinate ai pazienti (lo stesso accade in My Lady Ludlow, altro romanzo di Elizabeth Gaskell, dove le giovani pupille della ricca signora vengono addestrate a confezionare pillole e tonici benefici per i poveri del luogo). I limiti della scienza medica coeva vengono evidenziati dall’impotenza del Dottor Gibson di fronte alla malattia della gentile Mrs Hamley: l’unica cura adottabile è di natura palliativa e l’ammalata si spegne in un dolce torpore provocato dalla somministrazione di oppiacei. 

Nonostante la scienza della psicologia fosse all’epoca solo agli albori, tra i protagonisti del romanzo c’è consapevolezza della natura psicosomatica di alcuni mali e della generale influenza della psiche sul decorso delle malattie fisiche: la tensione nervosa subita da Osborne nel nascondere al padre il proprio matrimonio con una donna di estrazione sociale inferiore acuisce la pericolosità della malattia congenita di cui soffre il ragazzo e a ciò molti attribuiscono la rapidità della sua fine; viene definita “febbre nervosa” l’indisposizione che colpisce Molly dopo le traversie legate allo scandalo sentimentale in cui è stata involontariamente coinvolta e dopo gli sforzi patiti per aiutare la famiglia Hamley nei giorni seguenti alla morte di Osborne; la giovane vedova di Osborne, alla notizia della morte inaspettata del marito, cade in uno stato di catalessi e rifiuta di essere alimentata. In quest’ultimo caso il dottor Gibson capisce che l’unico modo per scuoterla dal torpore è farle sentire il pianto del suo bambino: i tanti anni di pratica medica hanno fatto del dottore un buono psicologo e gli hanno mostrato la forza dell’istinto materno. 

Elizabeth Gaskell
Il dinamismo della ricerca scientifica nell’era vittoriana è rappresentato nel romanzo dal personaggio di Roger Hamley, l’innamorato di Molly Gibson. Egli si occupa di scienze naturali: il comportamento delle api e l’anatomia comparata [2] sono solo alcuni dei suoi interessi. Fa ricerca sul campo osservando la flora e la fauna che popolano la tenuta paterna e prelevandone campioni da analizzare con attenzione. Il personaggio è modellato sulla figura del celebre naturalista vittoriano Charles Darwin. Ricordiamo che Elizabeth Gaskell era legata da una lontana parentela alla famiglia Darwin e condivideva con essa la fede unitariana. Il romanzo, ambientato tra il 1827 e il 1830, illustra l’arretratezza del sistema universitario contemporaneo: all’università di Cambridge non si studiavano le scienze naturali (solo nel 1848 fu possibile farlo), così Roger si laurea in scienze matematiche. 

Nella società provinciale dove risiedono i protagonisti si forma un piccolo circolo interclassista di amanti delle scienze, i cui membri sono soliti scambiarsi i periodici scientifici più aggiornati: il timido Lord Hollingford, non potendo condividere il suo interesse per la ricerca con gli aristocratici suoi pari, è felice di procurare a Roger e al Dottor Gibson un articolo pubblicato su una rivista straniera che parla di osteologia comparata [3]. In seguito Roger pubblica una relazione per confutare le teorie di un celebre fisiologo francese e, nonostante la giovane età, si attira il plauso degli esperti. 

Sempre grazie all’interessamento di Lord Hollingford, Roger ottiene un incarico prestigioso e molto ben retribuito alla guida di una spedizione scientifica in terra africana [4]. Il viaggio è stato finanziato dal lascito testamentario di un ricco erudito che desiderava raccogliere reperti naturalistici in vista della fondazione di un museo che portasse il suo nome. Le lettere spedite da Roger nel corso del suo viaggio vengono lette da Lord Hollingford durante la riunione annuale della Geographical Society e fanno guadagnare al giovane naturalista le lodi degli esperti. Durante la sua missione Roger si ammala di febbre tropicale, ma si cura da solo con la provvista di chinino che aveva portato con sé dall’Inghilterra. 

Prendendo in considerazione la carriera di Roger possiamo osservare il mutamento sociale proprio dell’età vittoriana. In genere il secondogenito di una famiglia aristocratica, non potendo contare sul patrimonio paterno, sceglieva la carriera nelle forze armate (pensiamo a Rawdon Crawley in Vanity Fair di Thackeray) o la professione ecclesiastica (Edmund Bertram in Mansfield Park di Jane Austen). Grazie alle sue doti intellettuali, Roger, invece, conquista una posizione nella collettività che lo emancipa dai tradizionali meccanismi sociali in vigore presso l’aristocrazia terriera: il suo nome diviene noto non in virtù dell’appartenenza a una nobile stirpe, ma per le scoperte scientifiche da lui fatte sul campo. 

In Middlemarch di George Eliot l’elemento della ricerca e della pratica medica confluiscono in un unico personaggio: Lydgate, medico generico e ricercatore di istologia. Lydgate considera la propria professione la migliore in assoluto perché riunisce in sé la possibilità di ottimizzare la vita dell’umanità e l’opportunità di esercitare al massimo livello le facoltà intellettuali di chi ama la scienza. L’amore per il proprio mestiere è ciò che a Lydgate invidia l’amico Farebrother: questi, una delle figure più amabili e simpatiche del romanzo, è un appassionato di entomologia che ha dovuto scegliere la carriera ecclesiastica per sbarcare il lunario. 

Appena il giovane medico giunge a Middlemarch, le prime informazioni che circolano sul suo conto riguardano le sue origini altolocate: lo zio è un baronetto e gli ha procurato una lettera di presentazione per Mr Brooke, un possidente locale che esercita anche le funzioni di magistrato. Il denaro della famiglia ha consentito a Lydgate di frequentare prestigiosi corsi di medicina a Parigi, Londra ed Edimburgo. La menzione di Parigi ha un particolare significato: ci viene detto che Lydgate compie ricerche sul tessuto primordiale che dovrebbe essere alla base della formazione dei vari organi del corpo umano e, infatti, nella capitale francese gli studi di patologia anatomica erano d’altissimo livello perché, a differenza di quel che avveniva in Inghilterra, non c’erano pregiudizi contro la necessità di utilizzare reperti autoptici. Nella mente del popolo inglese, invece, era ancora viva l’eco della storia di Burke e Hare, giustiziati nel 1829 per aver strangolato un gran numero di individui allo scopo di rivendere i loro cadaveri a medici interessati a fare autopsie per lo studio anatomico. Questo caso di cronaca nera portò a coniare il neologismo inglese to burke, che significa appunto “soffocare”. Inoltre l’ostessa di Middlemarch osserva che: «un medico avrebbe dovuto sapere cosa avevi prima che tu morissi, e non frugarti dentro quando eri già morto». 

Quando il medico neofita si insedia nel suo nuovo luogo di residenza, la sua passione per le nuove metodologie terapeutiche incontra la diffidenza iniziale della popolazione locale, che è divisa tra chi sostiene le “cure corroboranti” (somministrazione di bevande alcoliche e di chinino) e quelli che si fidano solo del “metodo debilitante” (uso di salassi e applicazione di vescicanti). 

George Eliot
Lydgate, in realtà, vorrebbe sfruttare gli istinti filantropici dei magnati di Middlemarch per trasformare la vecchia infermeria in un ospedale attrezzato per curare le malattie infettive, un centro da cui un domani potrebbe nascere una scuola di medicina che consenta ai migliori ingegni provinciali di studiare senza per forza dover emigrare nella capitale del regno. Purtroppo egli è distolto dai suoi razionali progetti di miglioramento sociale dalle avvilenti dispute riguardanti la nomina del cappellano ospedaliero: per avere il sostegno finanziario del banchiere metodista il dottore deve votare contro la nomina dell’amico Farebrother, imparando quanto sia difficile conservare la propria indipendenza in una piccola cittadina di provincia dove gli interessi di tutti sono correlati. 

In aggiunta a questo, al giovane medico capita più volte di dover correggere le diagnosi errate fatte dai suoi colleghi più anziani e ciò gli attira le loro antipatie. Contro le meschine rivalità professionali incontrate a Middlemarch, Lydgate trae conforto dall’esempio di Vesalio, il quale fu ingiuriato e diffamato per aver smentito le teorie di Galeno su cui si fondavano le conoscenze mediche del Rinascimento. 

Nell’intento di dare verosimiglianza ai discorsi tra Lydgate ed i suoi colleghi George Eliot consultò ripetutamente il Lancet, la famosa rivista medica di orientamento progressista. Per tracciare la traiettoria della ricerca scientifica compiuta da Lydgate, George Eliot si ispirò a figure reali come François Bichat, chirurgo francese fondatore dell’istologia generale, e Pierre C. Louis, autore di un celebre trattato sulla febbre tifoidea. 

Proprio quando i preparativi fatti da Lydgate per arginare un’epidemia di colera in arrivo da Londra sono stati ultimati, il medico viene implicato nella rovina sociale di Bulstrode. Su di lui si diffondono infamanti dicerie: secondo i nemici del banchiere Lydgate lo avrebbe aiutato ad accelerare la dipartita di un ricattatore a conoscenza della sordida fonte delle sue ricchezze. Tutto ciò, unito ai debiti contratti per mantenere nel lusso la pretenziosa giovane moglie, lo costringe ad allontanarsi da Middlemarch. Forzato dalle necessità familiari ad assumere un incarico poco gratificante presso una stazione termale frequentata da ricchi “malati immaginari”, Lydgate muore a soli cinquant’anni con la sensazione di aver sprecato le proprie risorse intellettuali. 

Un altro elemento di correlazione tra i due romanzi qui analizzati è l’analisi di casi clinici di pertinenza cardiologica. In Wives and Daughters la patologia di Osborne Hamley diventa tassello fondamentale per lo sviluppo dell’intreccio. In Middlemarch, invece, la malattia di Causabon non è un elemento di rottura: il lettore si aspetta che egli muoia prima della giovane moglie, data la grande disparità anagrafica, ma la disfunzione cardiaca del personaggio diventa simbolo della sua personalità inaridita ed anaffettiva. 

Osborne Hamley interpretato da Tom
Hollander nello sceneggiato
Wives and Daughters
Osborne è affetto da spossatezza fisica e difficoltà respiratorie. Avendone notato il passo rallentato, il Dottor Gibson lo scambia per un uomo di cinquant’anni. Gli sente il polso e, essendo affezionato al giovane, spera che il malessere sia d’origine psicologica. Per togliersi ogni dubbio, richiede il consulto di un collega. La diagnosi è infausta: si tratta di un aneurisma dell’aorta. Se è vero che nel 1817 il pioniere della chirurgia Sir Astley Cooper (1768-1841) - che fu presidente del Collegio dei chirurghi e chirurgo di re Giorgio IV e che nel romanzo è citato come ospite di Lord Cumnor ad una cena cui è presente lo stesso Dottor Gibson - eseguì la prima operazione di legatura dell’aorta, dobbiamo aspettare il 1951 per il primo intervento di completa sostituzione di un’aorta danneggiata, ed anche allora il tasso di mortalità si aggirava intorno al 30%. 

In Middlemarch il cuore di Mr Casaubon, un uomo isterilito dall’ambizione intellettuale e incapace di provare passioni, dà segno di sé solo quando si ammala. Lydgate lo ausculta con lo stetoscopio, uno strumento nuovo per l’epoca dato che fu inventato nel 1817. E fu proprio l’inventore dello stetoscopio, Renè Laënnec, a diagnosticare per primo con esattezza la patologia di cui soffre Mr Casaubon: l’ipertrofia cardiaca. La malattia ha una prognosi incerta: come Lydgate spiega alla moglie del paziente, se verranno rispettate alcune precauzioni, ci potrebbe essere una sopravvivenza di quindici anni, ma è pure possibile che la morte sopraggiunga presto ed all’improvviso. 

Ma il cuore può essere anche metaforicamente malato. Come dice, dall’alto della sua esperienza, il Dottor Gibson: «Give me a wise man of science in love! No one beats him in folly!» [5]. Sia Lydgate che Roger Hamley si innamorano di donne d’appariscente bellezza, ma egoiste e vanitose. Mentre Lydgate deve ridimensionare le proprie ambizioni scientifiche a causa della infelice scelta matrimoniale commessa, Roger si salva trovando il vero amore in una donna sensibile e generosa come Molly Gibson. Se è vero che per alcuni Middlemarch è il romanzo del fallimento esistenziale, indubbiamente Wives and Daughters offre uno sguardo di maggiore positività. 

L’amore per la tradizione storica e letteraria non precluse ad autrici di eccezionale sensibilità ed intelligenza come Gaskell e Eliot la possibilità di comprendere l’evoluzione della società inglese indagandone anche i volti non immediatamente riconoscibili. Entrambe colsero l’occasione di vivere in un’età di straordinarie trasformazioni e ne fecero materiale narrativo per le loro opere.


NOTE:
[1] L’unico figlio maschio di Elizabeth Gaskell morì per le conseguenze di questa malattia all’età di un anno appena.
[2] L’anatomia comparata è una branca della scienza sviluppata da Lamarck, Cuvier e Saint-Hilaire. Le dispute tra gli esperti vertevano sulla natura delle specie animali, sulla loro fissità o sulla loro evoluzione. Lo studio dell’anatomia comparata condusse Charles Darwin all’elaborazione della sua teoria sull’evoluzione delle specie.
[3] L’osteologia comparata è lo studio della genesi e della disposizione strutturale dell’apparato osseo.
[4] Charles Darwin salpò per un’esplorazione sovvenzionata dal governo a bordo dell’HMS Beagle. La missione scientifica durò dal dicembre del 1831 all’ottobre del 1836.
[5] «Datemi uno scienziato innamorato! Non lo batte nessuno in quanto ad assurdità» (E. Gaskell, Mogli e figlie, trad. it. di Mara Barbuni, Jo March 2015, p. 675).

* Elizabeth Gaskell e George Eliot si scambiarono anche delle lettere: si veda The Letters of Elizabeth Gaskell, in particolare le lettere 431 e 449 (nota di Ipsa Legit).