31 luglio 2016

Letteratura sul lago

Quando viene la bella stagione cerco sempre di approfittare di dove mi trovo (e negli ultimi tre anni i “miei” luoghi sono cambiati spesso!) per andare alla ricerca di destinazioni legate alle opere letterarie. Ieri sono rientrata da un brevissimo viaggio – in treno e in battello – sul lago di Ginevra (o Lac Léman), che, oltre a offrire bellissime aperture di acqua azzurra incorniciate dai fiori, garantisce tanti spunti di genere “libresco”. 
Castello di Chillon - ©IpsaLegit2016
La prima tappa è stata il Castello di Chillon, che quest’anno, in occasione del bicentenario della famosa estate del 1816 (“l’anno senza estate” di cui ho parlato qui) ha allestito una straordinaria esposizione dedicata a Lord Byron. Il 27 maggio di quell’anno Byron e il suo medico, John Polidori, incontrarono Percy Shelley e la sua compagna e futura moglie Mary: Byron aveva preso in affitto Villa Diodata a Cologny, vicino a Ginevra, mentre gli Shelley abitavano in una casa lì vicino. Il clima freddo e oscuro di quell’estate, e in particolare la tempesta della notte del 13 giugno, ispirarono la composizione di Frankenstein di Mary e il Canto III di Childe Harold di Byron. Il 22 giugno Byron visitò il Castello di Chillon; la vista delle prigioni e la storia della reclusione del monaco Bonivard tra il 1532 e il 1536 influirono sulla sua vena poetica, inducendolo a comporre The Prisoner of Chillon, un poemetto edito da John Murray che ebbe un successo di pubblico travolgente, consegnando all’immortalità la fama del castello – che da allora divenne una tappa obbligata del classico Grand Tour (è anche il protagonista di un dipinto di Turner). 


La visita al castello richiede più di due ore di vagabondaggio, che sale e scende su diversi piani – dalle segrete fino alla cima della torre, da cui si ammira il blu intenso del lago. L’esposizione (che chiude il 21 agosto 2016) raccoglie tante informazioni sul celebre viaggio svizzero di Byron, oltre a suggestive edizioni delle sue opere, sue pagine manoscritte originali e il registro del 1816 per il permesso di soggiorno della città di Ginevra che porta il nome di Percy Shelley. Non mancano i molteplici riferimenti letterari al Castello stesso, che compare in tantissime opere di autori inglesi e americani del diciannovesimo secolo: oltre ai Romantici, Fenimore Cooper, Dickens, Beecher Stowe, Hawthorne, Ruskin, Twain, James e Fitzgerald. 
Sul lago di Ginevra - ©IpsaLegit2016
Uscita dal castello, ho proseguito a piedi fino alla cittadina di Montreux: da lì, sul battello, sono ritornata a Losanna, da dove ero partita. In mezzo al lago, girando lo sguardo intorno, non ho potuto non pensare al capitolo 41 di Piccole donne crescono, quando Laurie chiede a Amy di sposarlo: «Erano fuori in barca dal mattino; dalla nebbiosa Saint-Gingolph alla soleggiata Montreux, con le Alpi della Savoia da un lato e il San Bernardo e il Dent du Midi dall’altro. Nella valle, la vista della graziosa Vevay e Losanna sulle colline laggiù in fondo; un cielo di un azzurro terso sulle loro teste e il lago ancora più azzurro sotto di loro, punteggiato di barchette pittoresche che sembravano gabbiani dalle ali bianche. Avevano parlato di Bonnivard passando da Chillon, di Rousseau alzando lo sguardo a Clarens dove egli scrisse la sua Eloisa. [...] Poi smisero entrambi di remare e, senza volerlo, aggiunsero un delizioso quadretto di amore e di felicità alle immagini riflesse nell’acqua che si dissolvevano.» Il viaggio si è concluso con una passeggiata a Ginevra, a cui ho dedicato un post della scorsa primavera; si trova qui
Buona lettura e buone vacanze!