1 luglio 2012

Dai diamanti non nasce niente

Ieri sera ho terminato il primo libro di Serena Dandini, Dai diamanti non nasce niente. Storie di vita e di giardini, che ero da tempo curiosa di leggere. E' un libro più attento e "didattico" di quanto avrei immaginato, denso di racconti, di aneddoti storici, di leggende, di consigli di giardinaggio, di personalissima nostalgia per il passato e di speranze per il futuro. I testi e le opulente illustrazioni di corredo danno l'impressione di un messaggio quasi "zen", in un'ottica di pacifismo e di trasformazione economica volta alla solidarietà, al rispetto per la natura, al godimento della bellezza. 
La bellezza è proprio il principio fondamentale effuso dalle pagine di questo libro. L'autrice si avventura nell'enunciazione delle diverse teorie dei colori che hanno attraversato la storia della cultura, riporta i giudizi di grandi artisti a proposito della bellezza vegetale, racconta l'esplorazione di giardini dal fascino irresistibile (come Sissinghurst nel Kent, gli Heligan Gardens in Cornovaglia, il Petit Trianon a Versailles, il Musée Renoir a Cagnes-sur-Mer, il Giardino di Ninfa in provincia di Latina e tantissimi altri). 
Al misterioso e anche per me meraviglioso ginkgo-biloba, l'incredibile fossile vivente dalle foglie a ventaglio che evoca le immagini di eleganti e silenziosi tramonti giapponesi è dedicato uno dei migliori passi del volume; ma l'apologia più appassionata è senz'altro quella delle rose. 
Il capitolo intitolato a questo fiore così intrigante e intriso di significati e simbologie è una vera dichiarazione d'amore, che diventa anche interessante nella pur veloce lista degli splendidi nomi che i collezionisti hanno voluto regalare alle loro creature: "Autumn Damask", "Painter Renoir", "Chapeau de Napoleon", "Souvenir de la Malmaison", "Gloire de Dijon", "Mme Alfred Carriere", "Antico Amore".... 
Una vera festa dei sensi, dei ricordi, dei sogni.